Una ferita ancora aperta nel cuore dell’Italia. Tante le indagini, i processi i depistaggi e le sentenze per una verità, forse, troppo dura da accettare. Domani, domenica 28 gennaio alle 19, Sara Bevilacqua porta in scena ad Adelfia – Auditorium Angiuli: “La stanza di Agnese”, uno spettacolo in cui si dà voce alla moglie di Paolo Borsellino, un dialogo incessante tra attrice e Agnese, tra le pieghe dei ricordi, con toni di tenerezza quando si tratta dei propri figli e di indignazione nei confronti dei traditori dello Stato.
Nell’ambito della stagione teatrale del Comune di Adelfia, la nuova produzione è di Meridiani Perduti Teatro, nata dalla sinergia con la Scuola Antonino Caponnetto, vincitrice del progetto TRAC – Sezione nuova drammaturgia e dedicata al giudice Paolo Borsellino, nel trentennale della sua tragica scomparsa.
Agnese Piraino Leto in Borsellino, segnata da una terribile malattia, riceve una telefonata da parte dell’ex presidente della Repubblica Francesco Cossiga: “Via D’Amelio è stata da colpo di Stato”. Poche parole che inevitabilmente fanno riemergere i ricordi di una vita, sin da quando, figlia del presidente del Tribunale di Palermo e immersa negli usi e costumi dell’alta borghesia palermitana, incontra per la prima volta Paolo, giovane pretore a Mazara del Vallo. Da questo momento parte la narrazione della sua crescita accanto al marito e della scoperta di una Palermo diversa, meno luccicante di quella a cui era abituata, ma forse più bella, anche se disgraziata, passando attraverso i primi anni di matrimonio e la nascita dei figli. Fino a narrare i momenti più bui, compresa la morte di amici e colleghi di Paolo; i rapporti con la scorta che diventa parte della famiglia; la difficoltà di accettare la situazione da parte dei figli. Ma anche l’altro lato di Paolo, quello giocoso e sempre pronto allo scherzo, al “babbìo”. Il lavoro nel pool antimafia accanto a Giovanni Falcone fino alla terribile morte di quest’ultimo. Infine il tradimento da parte di chi avrebbe dovuto combattere al suo fianco. Tutto questo è “La Stanza di Agnese”. Più che un monologo, un dialogo incessante tra lei e Paolo, che continua tra le pieghe dei ricordi, con toni di tenerezza quando si tratta dei propri figli e di indignazione nei confronti dei traditori dello Stato.