Una ripartenza dolce quella del progetto DAB 21_DanzaABari 2021, la stagione di danza contemporanea del Comune di Bari realizzata dal Teatro Pubblico Pugliese in collaborazione con Teatri di Bari e con il BIGf – Bari International gender film festival, che dal prossimo 29 settembre al 5 ottobre porterà tre appuntamenti sul palco del teatro Kismet Opera di Bari.
Una stagione che, con tutte le cautele e nel rispetto delle regole, si annuncia come una ripartenza piena di speranza per il mondo della danza e più in generale delle arti e dello spettacolo dal vivo. Un cammino che, bruscamente interrotto, si muove ora in punta di piedi, come i danzatori, per percorrere la sua strada, fino in fondo. Senza rinunciare alla cultura, al coinvolgimento, al ritrovarsi a vivere le emozioni che le arti possono regalare e riavvicinando il pubblico, tornando a conquistarlo. Una ripartenza che è fatta di regole, tra cui quella di arrivare con largo anticipo a teatro per permettere agli organizzatori di rispettare tutti i protocolli di sicurezza e attendere l’inizio dello spettacolo. A tal proposito si ricorda che l’ingresso ai luoghi di spettacolo è consentito solo esibendo una delle Certificazioni verdi Covid-19 o “Green Pass” (Decreto-legge 23 luglio 2021 , n. 105 – di cui all’articolo 9, comma 2).
Si comincia mercoledì 29 settembre alle 21 con “LOVE | Paradisi Artificiali” di Davide Valrosso, produzione della compagnia NINA, in coproduzione con Compagnia Körper e C.I.M.D danza contemporanea, con il sostegno di MiBACT e di SIAE, nell’ambito del programma “Per Chi Crea” e il supporto di ADH – Anghiari Dance Hub, a.ArtistiAssociati, Lis Lab/Cross Project, Centro Residenze per la Toscana Armunia, Next. Un lavoro in cui energie sottili e invisibili guidano tre corpi sulla scena, incarnano le diverse sembianze di un amore che, nel segno del femminile, genera la propria traccia. Presenze e frammentazioni anatomiche che si nutrono di relazioni tra corpi e oggetti, da cui eros|amore strabocca e prende forma.
Il secondo appuntamento è per giovedì 30 settembre alle 21 con “Beast Without Beauty” di Carlo Massari, produzione della compagnia C&C Company, co-produzione Festival Danza in Rete Fondazione Teatro Comunale Città di Vicenza, con il supporto di Festival Oriente Occidente/CID Centro Internazionale della Danza, CSC/ OperaEstate, Piemonte dal vivo, ARTEVEN, KommTanz Compagnia Abbondanza/Bertoni, h(abita)t – Rete di Spazi per la Danza, Residenza I.DRA. e Teatri di Vita nell’ambito del Progetto CURA 2018, Leggere Strutture – Art Factory, Protagonismo e Creatività – Comune di San Lazzaro di Savena. Un irriverente, cinico studio sugli archetipi della miseria umana, sull’inespressività, sulla spregevole crudeltà nelle relazioni interpersonali. Una commedia dell’assurdo (nella quale l’assurdo, nostro malgrado lo subiamo) dal sapore esistenzialista e post- esistenzialista del teatro di Beckett perfettamente esplicato nel suo Giorni Felici.
Lunedì 4 ottobre alle 21 si incrocia in questo calendario la performance “Harleking”, organizzata dal Bari International Gender Festival in collaborazione con il Teatro Pubblico Pugliese e il festival DAB 21. Un lavoro che ha debuttato nel 2018 al Tanzfabrik Berlin in Gemania, successivamente presentato e acclamato in numerosi festival europei. I “danz’autori” e performer Ginevra Panzetti e Enrico Ticconi ricordano nello spettacolo l’Arlecchino della Commedia dell’arte: un servo furbo, mosso dalle inclinazioni più animali e un’inappagabile fame.
Ultimo appuntamento è per martedì 5 ottobre (ingressi ore 20.40, 21.15 e 22) con “Pezzi Anatomici – uno stato eternamente nascente” di Michele Di Stefano/mk, coproduzione mk/KLm 2020 e Teatro di Roma, in collaborazione con Oceano Indiano, Palazzo delle Esposizioni/public program mostra Sublimi anatomie 2019 e con il contributo di MIC e Regione Lazio. Una “durational performance” ovvero una performance di lunga durata che va in scena per più di 2 ore di seguito, senza pause e a cui il pubblico può accedere anche nel mezzo o a 45 minuti dalla fine, con ingressi scaglionati. Gli spettatori che entrano al primo e/o al secondo turno, se lo vogliono, infatti, possono restare fino alla fine della performance, senza acquistare i biglietti per i turni d’ingresso successivi. A ciascun spettatore sarà consentito fare delle pause nella visione della performance e accedere nuovamente in sala. “Pezzi anatomici” è uno stato performativo sempre all’erta perché estemporaneo e irripetibile, ma sempre dolce e disponibile alla relazione diretta con il pubblico. Il progetto indaga formati differenti: la sala prove col suo andamento sperimentale, il concerto, lo spettacolo o più spettacoli. La scena si trasforma in un luogo di incontro tra immaginazione e ricerca sul linguaggio coreografico, con un atteggiamento che apre continuamente alla deriva, all’approfondimento e all’invenzione in diretta, ma in realtà offre al pubblico un meccanismo ritmicamente incalzante e strutturato, mimetizzato nel flusso distratto dell’esperimento.