A distanza di sei anni dall’ultimo album di inediti, tornano i C.F.F. e il Nomade Venerabile con “E sia”.
E’ questa l’ottava pubblicazione della band pugliese, tra lp, ep e raccolte. Tutti i titoli e i testi delle otto nuove
canzoni contenute in “E sia” sono tratti dall’omonima silloge della poetessa gioiese Grazia Procino (Giuliano
Landolfi Editore).
L’album raccoglie e mescola le diverse influenze dei componenti dei C.F.F. e il Nomade Venerabile (new wave,
post punk, musica d’autore, indie rock e musica elettroacustica) e si divide idealmente in due facciate: il lato
“A”, contenente quattro canzoni di natura acustica; quello “B”, che ne contiene altre quattro ma di stampo
elettrico ed elettronico. Il brano “La veglia” è impreziosito dalla voce del cantautore Andrea Chimenti.
La copertina di “E sia” è opera dell’artista gioiese Francesca Pastore (elècktrArt), le foto sono di Lia Marchetti.
L’album è stato registrato, missato e masterizzato da Marcello Magro presso il Lucky Recording Studio di Bari. E’
stato stampato in formato CD in 300 copie. Non sono cento ma il concetto è quello espresso da Alex Chilton: “A
un certo punto ho capito che se stampi solo cento copie di un disco, allora finisce che quel disco arriva alle cento
persone nel mondo che lo desiderano di più”.
La data ufficiale di pubblicazione di “E sia” è il 15 marzo ma è già possibile prenotare l’album scrivendo a
ventunonervi@libero.it (il costo è di 10,00 euro; 14,00 euro con le spese di spedizione).
Le canzoni di “E sia” per il momento non saranno presenti su web per il download o l’ascolto in streaming.
Sull’onda della nostalgia per gli splendidi anni ’90 del rock italiano, sarà possibile ascoltarle in radio e leggerne
sulle testate musicali.
Abbiamo rivolto qualche domanda ai C.F.F. e il Nomade Venerabile
Come nasce l’idea di un disco tratto dalle poesie di Grazia Procino?
Il 29 febbraio 2020, nel foyer del teatro comunale Rossini di Gioia del Colle, abbiamo musicato dal vivo 4 poesie di Grazia Procino, durante un reading di presentazione della sua bellissima silloge poetica “E sia” (Giuliano Landolfi Editore). Quell’esperienza ci ha confermato che certi incontri possono essere folgoranti. Le parole si impastavano dei suoni con cui sapevano vibrare; trovavano naturale spazio luminoso nella metrica del canto. Abbiamo capito che non poteva risolversi tutto lì e abbiamo deciso di partire da quel reading per sviluppare un album vero e proprio.
Quali sono le affinità tra le poesie di Grazia Procino e il vostro modo di scrivere e fare musica?
In questi 22 anni di C.F.F. e il Nomade Venerabile abbiamo sempre dato spazio ai nostri background culturali, intrecciando alla musica il teatro-danza, la video-arte, la letteratura, le arti figurative, non solo nella prima parte della nostra storia. Il 27 gennaio 2018, infatti, dopo un anno di lavoro, è stato presentato lo spettacolo teatrale “Il mio inv(f)erno… vita da zingaro”, dedicato al pugile sinto Rukeli, per il quale abbiamo composto le musiche di scena, eseguite dal vivo. Lo spettacolo, prodotto dall’associazione SIC! ProgettAzioni Culturali e diretto dal regista Maurizio Vacca, è nato dalla nostra canzone “Come fiori” e ha coinvolto i ragazzi impegnati nei laboratori teatrali organizzati dalla stessa SIC! ProgettAzioni Culturali. Siamo stati felici di divulgare la straordinaria storia di Johann “Rukeli” Trollmann, un esempio di coraggio, resistenza e dignità nella Germania nazista. “Il mio inv(f)erno… vita da zingaro” ha infatti vinto il Premio Marubium 2019 e ha inaugurato la X edizione del Festival Internazionale TeatroLab di Novellara (RE).
Nell’album “Lucidinervi”, inoltre, abbiamo già accolto la poesia tra le nostre note, in particolare “Spleen” di Charles Baudelaire è diventata la canzone “Un jour noir”.
Riguardo alle affinità a cui si riferisce la domanda, credo che le riflessioni esistenziali, le passioni viscerali e il rapporto al contempo lacerante e vivificante tra l’esperienza umana e le eterne dinamiche universali, che permeano la poesia di Grazia Procino, siano il cuore pulsante della nostra esperienza musicale e dei nostri mondi interiori.
Quale è il filo conduttore degli otto brani di “E sia”?
Mi viene spontaneo citare gli amati CCCP: “fedeli alla linea e la linea non c’è”. Nel senso che in questo lavoro è difficile mettere a fuoco un filo conduttore musicale, considerato che l’album racchiude le nostre radici, le influenze che hanno fatto da colonna sonora alle nostre vite. Io, Anna Maria, Anna e Guido abbiamo ascolti diversi che hanno trovato spazio e contaminazione in queste 8 canzoni. Non è un caso che il CD sia idealmente diviso in due facciate: un lato “A” contenente 4 brani di musica d’autore ed elettroacustica (in una di queste, “La veglia”, c’è la partecipazione alla voce di un artista straordinario, Andrea Chimenti); un lato “B” contenente altri 4 brani dalle sonorità new wave, post punk e indie rock. In studio di registrazione ci siamo ritrovati a confrontarci piacevolmente sul modo in cui nelle canzoni erano entrate le suggestioni trasferiteci dagli artisti che amiamo: Massimo Volume, Scisma, Disciplinatha, Franco Battiato, Afterhours, Moltheni, C.S.I., Joy Division, Bauhaus… E’ stato come ritornare a casa. Probabilmente è per questo che siamo innamorati di questo lavoro.
Come avete vissuto quest’ultimo anno, senza la possibilità di fare musica dal vivo?
Come una grande privazione, non solo nel non poter fare musica dal vivo ma anche nel non poterla andare a vedere in festival e concerti. Ci sono tanti insegnamenti che dovremmo trarre dall’emergenza da Covid-19, uno di questi è dare valore alle cose non solo quando vengono a mancare. La musica dal vivo “non mainstream” stava già attraversando una forte crisi prima della pandemia, figuriamoci cosa potrebbe accadere quando ci ritroveremo tra le macerie post Covid-19. Sta ad ognuno di noi ricordarsi del suo valore e dell’importanza non solo economica ma anche e soprattutto culturale, sociale e formativa dei music club medio-piccoli e quindi frequentarli e sostenerli.
Andando controcorrente, i vostri brani non saranno acquistabili sulle classiche piattaforme digitali. Come mai questa scelta?
Rispetto alla fine degli anni ‘90, quando i C.F.F. e il Nomade Venerabile sono nati, le cose sono cambiate moltissimo, in peggio, e tale peggioramento ruota principalmente attorno al rapporto tra musica e web. Ci siamo illusi che internet avrebbe reso più facile la distribuzione delle proprie canzoni e la programmazione dei propri concerti ma, in realtà, da un lato, il livello di saturazione è tale che la musica viene sempre più relegata a sottofondo o mero intrattenimento; dall’altro, sono saltati filtri importanti, come nel caso dei direttori artistici dei music club, che garantivano agli avventori, abituali e non, la qualità delle proposte inedite.
A ciò va aggiunto che il mondo “virtuale” ha gradualmente inaridito il concetto di musica vissuta realmente come comunità (l’idea stessa di band ne è alla base) e forse il fatto che i generi attualmente predominanti quali EDM, trap o dubstep si risolvano in sfere essenzialmente individuali è parte dello specchio dei tempi.
La scelta di pubblicare il nuovo album in formato CD con tiratura limitata a 300 copie e di non renderlo disponibile in streaming e download, almeno per il momento, è pertanto il nostro modo di resistere, di marcare una distanza rispetto a una tendenza inarrestabile e, temiamo, in assoluta espansione.
A ciò va aggiunto che i compensi dello streaming e del download sono irrisori. Facciamo un paio di esempi (dati www.meiweb.it): Spotify paga per ogni singolo ascoltato in streaming 0,0043 dollari, quindi per 1000 ascolti 4,30 dollari (generalmente il 30% va all’artista, il 70% all’etichetta discografica); YouTube, invece, paga 0,001 dollari ad ascolto, quindi 1 dollaro ogni 1000 ascolti.
Riguardo ai download, ogni canzone scaricata ha un valore di circa 150 stream, mentre un album di 10 brani vale 1500 stream. E’ evidente che occorre superare la soglia del milione di stream, per raggiungere cifre dignitose…
Avete in programma qualche live “virtuale” per presentare “E sia”?
No, nessun live “virtuale”; attendiamo il momento in cui potremo presentare dal vivo questo nuovo album. Stiamo già studiando alcuni aspetti di questo concerto, che non si limiterà alla musica. Certo, in questo periodo storico è difficile fare progetti ma è anche indispensabile un nuovo approccio alla vita, tutt’altro che antropocentrico, improntato al rispetto per la natura i cui ritmi sono, insieme, lenti e inesorabili.
Per il momento, vogliamo goderci la fortuna di avere portato a termine un lavoro che sentiamo profondamente nostro, nonché le soddisfazioni e le emozioni che ci stanno giungendo dalle parole di chi ci sta scrivendo per “E sia”. Vogliamo ringraziare Marcello Magro del Lucky Recording Studio di Bari per la cura e la professionalità con cui ha registrato, mixato e masterizzato questo album; due artiste, Francesca Pastore e Lia Marchetti, per averci donato copertina e fotografie del nuovo CD; tutti i lettori che hanno riservato la loro attenzione e il loro tempo a questa intervista. Se volete prenotare la vostra copia di “E sia”, in uscita il 15 marzo, potete contattarci mediante l’indirizzo email ventunonervi@libero.it.