Lo Stato Sociale torna con una nuova, incredibile, sfida: 5 dischi per 5 artisti, uno per ogni componente della band. Un’operazione nata per spiegare la straordinaria attitudine che fa del collettivo bolognese una realtà unica nel suo genere, capace di dare spazio alle singole personalità e alle idee artistiche individuali: «solo noi potevamo farlo e lo abbiamo fatto, era quasi obbligatorio»
Dopo gli eccellenti esordi di Bebo, Checco e Carota, il testimone passa a Lodo, pronto a stupire con le sue 5 tracce in uscita il 19 febbraio per Garrincha Dischi/Island Record. Il suo disco “solista” entra a gamba tesa, senza paura di sfociare nel politicamente scorretto.
Quello di Lodo non è un lavoro che verte su un concept ben definito ma, come racconta lui stesso – «ha più a che fare con lo spirito punkettone con le borchie del me stesso 15enne, mentre “Una Vita in Vacanza” tende più a tenere sulle ginocchia il me stesso 7enne» – e raccoglie una folta schiera di amici, invitati ad impreziosire la tracklist del progetto: «Per me simbolicamente era importante fare un disco in cui non cantassi da solo dall’inizio alla fine…perchè canto da solo quando sono con la mia band!».
Lodo chiama così a raccolta una pletora di stimati artisti, entusiasti all’idea di giocare insieme a lui con lo spirito di un collettivo affiatato: Margherita Vicario e Danti (“Muoio di noia”), cmqmartina (“L’amore è una droga”), Galeffi e Simon Says! (“Dimmi prima le cattive”), Samuel Heron (“Anche oggi domani andrà meglio”), Nicolò Carnesi e l’attore Ninni Bruschetta (“L’unica cosa che non so fare”): «ho fatto cose con persone che avevano il viaggio di fare delle robe con me. Poi io non vedo un percorso solista perché non mi piace così tanto la musica da doverla fare comunque anche senza Lo Stato Sociale. A me piace così tanto Lo Stato Sociale tutto sommato da sopportare il fatto di fare della musica».