Dopo la chiusura degli ultimi due anni dovuta all’emergenza pandemica, torna a riaprire i battenti il Teatro Garibaldi di Lucera. Ed è una grande emozione. Lo facciamo pieni di speranza e di rinnovate energie, nonostante altre emergenze mondiali, ancora più angosciose, stiano segnando l’ultimo mese costringendoci di nuovo con il fiato sospeso. Ciò nonostante, e ancora più convintamente pensiamo che il teatro continui ad essere uno dei luoghi migliori dove poter ritrovare insieme un respiro libero e fraterno. In secondo luogo, crediamo che non vada interrotto quel luminoso percorso faticosamente intrapreso con il pubblico di Lucera negli ultimi cinque anni. Dalla prima e ormai storica rassegna del 2017 di PrimaVera al Garibaldi – che segnò l’arrivo di Maria Paiato, Alessio Boni e Marcello Prayer, Luigi Lo Cascio e Marco Baliani – alle due vere e proprie stagioni del 2018 e del 2019, con quindici spettacoli all’attivo e una quarantina di artisti ospiti, dalla Compagnia De Filippo a Piera Degli Esposti, da Umberto Orsini a Davide Enia, da Vinicio Marchioni a Sonia Bergamasco e tanti altri. Negli ultimi due anni siamo riusciti a recuperare parte della programmazione già prevista, nella splendida cornice dell’Anfiteatro augusteo, all’interno della rassegna Estate Muse e Stelle, con il lungimirante ausilio della Regione Puglia, del Teatro Pubblico Pugliese e del Comune di Lucera e grazie alla partecipazione di Luca Zingaretti, Flavio Albanese, Massimo Popolizio, Isa Danieli, Lino Musella, Sergio Rubini e Maria Paiato. Poi abbiamo atteso fino ai primi mesi di questo nuovo anno e, alla fine, abbiamo deciso caparbiamente di anticipare l’estate, tornando a rialzare il sipario dello storico Garibaldi. Quattro saranno gli appuntamenti fra aprile e maggio di questa PrimaVera che ci accompagneranno verso la stagione estiva. Quattro spettacoli con quattro interpreti di prima grandezza, in tournée nei più importanti teatri italiani: il graditissimo ritorno di Lino Musella alle prese con uno spettacolo originale dedicato al grande Eduardo De Filippo, l’eleganza di un artista come Sandro Lombardi in uno spettacolo sulla ‘visione’ del maestro Federico Tiezzi; il fascino e il talento di Valentina Lodovini in un’amara e graffiante commedia di Dario Fo e Franca Rame e, infine, la compagnia pugliese di Nunzia Antonino e Carlo Bruni, in una pièce originale dedicata all’ultimo periodo di vita di Elsa Schiaparelli, una delle più influenti figure della moda del ‘900. Tornando a sperare in una nuova primavera.
14 aprile
LINO MUSELLA
TAVOLA TAVOLA, CHIODO CHIODO… tratto da appunti, articoli, corrispondenze e carteggi di Eduardo De Filippo un progetto di Lino Musella e Tommaso De Filippo uno spettacolo di e con Lino Musella musiche dal vivo: Marco Vidinoscene Paola Castrignanò
disegno luci Pietro Sperduti suono Marco D’Ambrosio ricerca storica Maria Procino collaborazione alla drammaturgia Antonio Piccolo assistente alla regia Melissa Di Genova costumi Sara Marino fotografie Mario Spada produzione Elledieffe, Teatro di Napoli – Teatro NazionaleDopo il grande successo tributato la scorsa estate dal pubblico dell’Anfiteatro Augusteo torna a Lucera, ad aprire la nuova rassegna di PrimaVera al Garibaldi, Lino Musella, autentico talento della scena italiana, tra i più apprezzati della sua generazione.
Vincitore nel 2019 del Premio Ubu come migliore attore, Musella è fra gli interpreti di due dei film più importanti di questa stagione, È stata la mano di Dio di Paolo Sorrentino, candidato all’Oscar come miglior film italiano, e Qui rido io di Mario Martone.
In questo nuovo progetto, fortemente voluto dall’attore napoletano, Musella dà voce e corpo alle parole scritte dal grande Eduardo nelle lettere indirizzate alle Istituzioni, nel discorso al Senato, negli appunti e nei carteggi relativi all’impresa estenuante per la costruzione e il mantenimento del Teatro San Ferdinando. Ad affiancarlo in scena il maestro Marco Vidino che esegue dal vivo musiche originali appositamente composte per lo spettacolo.
“In questo tempo mi è capitato – scrive Musella nelle sue note – di rifugiarmi nelle parole dei grandi: poeti, scrittori, drammaturghi, filosofi, per cercare conforto, ispirazione o addirittura per trovare, in quelle stesse parole scritte in passato, risposte a un presente che oggi possiamo definire senza dubbio più presente che mai; è nato così in me il desiderio di riscoprire l’Eduardo capocomico e – mano mano – ne è venuto fuori un ritratto d’artista non solo legato al talento e alla bellezza delle sue opere, ma piuttosto alle sue battaglie donchisciottesche condotte instancabilmente tra poche vittorie e molti fallimenti”. “Tavola tavola, chiodo chiodo” – spiega Musella – sono le parole incise su una lapide del palcoscenico del San Ferdinando, lapide che Eduardo erige a Peppino Mercurio, il suo macchinista per una vita, che tavola dopo tavola, appunto, era stato il costruttore di quello stesso palcoscenico, distrutto dai bombardamenti nel ‘43. Faccio parte di una generazione nata tra le macerie del grande Teatro e che può forse solo scegliere se soccombere tra le difficoltà o tentare di mettere in piedi, pezzo dopo pezzo, una possibilità per il futuro, come ermeticamente indicano quelle parole – incise nel Teatro di Eduardo – che in realtà suggeriscono un’azione energica e continua”.
28 aprile
SANDRO LOMBARDI
ANTICHI MAESTRI Dall’omonimo romanzo di Thomas Bernhard (“Alte Meister”) traduzione Anna Ruchat drammaturgia Fabrizio Sinisi regia di Federico Tiezzi Reger | Sandro Lombardi Atzbacher | Martino D’Amico Irrsigler | Alessandro Burzotta scene e costumi Gregorio Zurla luci Gianni Pollini regista assistente Giovanni Scandella fonico Alessandro Di Fraia video Nicola Bellucci direzione tecnica Tommaso Checcucci produzione Compagnia Lombardi-Tiezzi e Associazione Teatrale Pistoiese Centro di Produzione Teatrale con la collaborazione di Napoli Teatro Festival ItaliaPer il secondo appuntamento di PrimaVera al Garibaldi e per la prima volta a Lucera, due grandi maestri della scena e della regia italiana, Sandro Lombardi e Federico Tiezzi, in una pièce tratta dal romanzo di un genio indiscusso e inquieto della letteratura europea del ‘900: Thomas Bernhard.
Il libro dell’autore austriaco fin dalla sua prima edizione riporta il sottotitolo, non trascurabile, di Commedia. Bernhard, difatti, innesca un feroce divertissement verso quello che lo scrittore considera simbolo dell’ipocrisia per eccellenza: l’essere umano. Nella Sala Bordone della Pinacoteca di Vienna, un uomo – un musicologo – si siede e guarda un famoso quadro di Tintoretto. Scopriremo che compie questo rito, ogni due giorni, da più di trent’anni. Un secondo uomo – uno scrittore – più giovane, osserva il primo uomo che guarda il quadro. Un terzo uomo — uno dei custodi della Pinacoteca — osserva entrambi. È questo il diagramma del romanzo Antichi Maestri, qui trasformato da Fabrizio Sinisi e Federico Tiezzi (già pluripremiato per il bernhardiano L’apparenza inganna) in un vero e proprio studio teatrale sulla funzione dell’arte, i limiti della bellezza, la nevrosi della modernità, l’angoscia della solitudine. «Ho immaginato uno spettacolo sul vedere, sulla visibilità – scrive Federico Tiezzi – ho voluto riflettere, analizzare attraverso questo racconto mirabile i procedimenti della visione teatrale, elemento centrale del nostro linguaggio. Di quadro sempre si tratta, anche se scenico. Fare teatro interrogandomi nello stesso momento sul linguaggio del teatro. Come fece Chopin, attraverso i suoi Études, in cui venivano analizzate le possibilità tonali e armoniche del pianoforte, facendo musica. Come fece Seurat in pittura attraverso il pointillisme. Fu Franco Quadri, molti anni fa, a suggerirmi il romanzo di Bernhard, sapendo della mia formazione storico-artistica. A lui, a quasi dieci anni dalla scomparsa, questo spettacolo è idealmente dedicato».5 maggio
VALENTINA LODOVINI
TUTTA CASA, LETTO E CHIESA di Dario Fo e Franca Rame con Valentina Lodovini regia Sandro Mabellini costumi Massimo Cantini Parrini movimento scenico Silvia Perelli disegno luci Alessandro Barbieri scenografia Chiara Amaltea Ciarelli musiche a cura di Maria Antonietta produzione di Pierfrancesco Pisani e TPE-Teatro Piemonte EuropaUna delle interpreti più affascinanti e di maggior talento del cinema italiano – indimenticabile protagonista del film La giusta distanza di Carlo Mazzacurati, vincitrice del David di Donatello nel 2011 come migliore attrice non protagonista per il film Benvenuti al Sud – Valentina Lodovini offre, in quest’occasione, corpo e voci a una memorabile carrellata di figure femminili in una commedia scritta a quattro mani da Dario Fo e Franca Rame.
Il testo – Tutta casa, letto e chiesa – debuttò per la prima volta a Milano, alla Palazzina Liberty, nel 1977, in appoggio alle lotte del movimento femminista ed è tuttora allestito in oltre trenta Nazioni. Perché la condizione della donna, purtroppo, è simile ovunque. Tutta casa, letto e chiesa è uno spettacolo sulla condizione femminile e, in particolare, sulle servitù sessuali della donna. Si ride, e molto, ma alla fine non può che restare addosso una grande amarezza. Il protagonista assoluto di questo spettacolo sulla donna è… l’uomo. O meglio, il suo sesso. Non “in carne e ossa” naturalmente, ma sempre presente, enorme, incombente… a schiacciare le donne. Le donne che si battono da anni per la loro liberazione, chiedendo parità di diritti, parità sociali, parità di sesso… Dario Fo e Franca Rame danno vita, nella loro pièce, a una galleria di personaggi femminili difficili da dimenticare. Dalla casalinga del primo brano, la casalinga per antonomasia, una donna sola che ha tutto all’interno della sua famiglia meno la cosa più importante: la considerazione, l’essere trattata come una persona, rispettata in quanto tale e non solo usata come oggetto sessuale o come domestica senza stipendio né pensione. Fino all’epilogo affidato ad una Alice nel paese senza meraviglie…19 maggio
NUNZIA ANTONINO
SCHIAPARELLI LIFE testo di Eleonora Mazzoni con Nunzia Antonino e Marco Grossi regia di Carlo Bruni scena Maurizio Agostinetto immagini in movimento Bea Mazzone luci Tea Primiterra, Giuseppe Pesce cosulenza/costumi Luciano Lapadula, Vito Antonio Lerario, Maria Pascale assitenza tecnica Filippo Losacco organizzazione Nicoletta Scrivo ufficio stampa Paola Maritan amministrazione Franca Veltro produzione Casa degli Alfieri, Teatro di Dioniso con la collaborazione di SistemaGaribaldi, Asti Teatro e Linea D’Onda si ringraziano Rosellina Goffredo, Rossana Farinati, Massimo Marafante per la gentile collaborazioneFra il 1953 e il 1954, Elsa Schiaparelli, fra le più grandi stiliste di tutti i tempi, decide di concludere il proprio itinerario artistico e professionale, pubblicando un’autobiografia che già nel titolo ne riassume l’intensità: Shocking life.
Nata a Roma, in una famiglia colta e ricca di talenti, protagonista fra le due guerre di quella rivoluzione del costume che avrebbe ispirato le generazioni future, amica e collaboratrice di artisti come Dalì, Cocteau, Aragon, Ray, Clair, Duchamps, Sartre, dopo aver vestito Katharine Hepburn, Lauren Bacall, Greta Garbo, Marlene Dietrich, Elsa decide che quel nuovo mondo non la riguarda più e lo lascia, ritirandosi a vita privata. «Il nostro lavoro – si legge nelle note di Carlo Bruni – prova a evocare questo passaggio, prediligendo un’indagine emotiva sul distacco, tributo necessario ad ogni cambiamento, all’impossibile impresa di sintetizzare la vita di questa donna straordinaria.
Per un paio d’anni, sul primo isolato di via Garruba a Bari, hanno tenuto il loro fantastico bazar Atelier 1900, Luciano Lapadula e Vito Antonio Lerario. Esperti di storia della moda e stilisti, sono stati loro a farci conoscere Elsa ed è con loro che abbiamo incominciato il percorso verso il quarto ritratto femminile del nostro più recente repertorio».