“Un mondo migliore”, già top in radio, è il primo dei 4 attesi inediti che costituiscono l’anello di congiunzione tra il presente di “Sono innocente”, (17esimo album di studio, tra i più longevi, da oltre 100 settimane nella Top100) e il passato, anche remoto, dei 69 brani inclusi nella “monumentale” raccolta – Vascononstop (Universal).
Quattro canzoni nuove, in perfetto stile vaschiano, con il suo connaturato bisogno di libertà e di gioia. Tra ironia, malinconia e sogno, due ballad suggestive: un colpo al cuore con “Come nelle favole” (testo e musica suoi)
“quello che potremmo fare/ Io e te..” .
e non c’è bisogno di aggiungere altro, irresistibile dall’attacco alla fine…tutto quello che un innamorato/a vorrebbe sentirsi dire…
E un colpo allo stomaco con “Un mondo migliore” (testo e musica suoi), tra cambiamenti e consapevolezze ultimi, le sue riflessioni sulla vita e sulla necessità di “essere libero” (Sai / essere libero / costa soltanto / qualche rimpianto).
Tratta uno dei suoi argomenti preferiti, come nella migliore tradizione dai tempi di “Liberi liberi” (da chi da che cosa) fino a “Come vorrei”, passando per “C’è chi dice no” (“tanta gente è convinta che ci sia nell’aldi là – qualche cosa chissà…”) e anche per “La noia”, ci sta.
L’ironia e la malinconia ne sono l’espressione, il mood tipico di Vasco, beffardo e malinconico, l’attrazione fatale delle sue migliori interpretazioni
( Sì / tutto è possibile / perfino credere / che possa esistere / Un mondo migliore ).
L’altra faccia del rock, energia, provocazione e divertimento in “L’amore ai tempi delcellulare” (musica G. Elmi/ S. Principini) a proposito della dipendenza da telefono mobile che ti localizza ovunque…
”non sopporto /questo maledetto aggeggio/ che mi trova sempre ovunque sono…
non sopporto/questo maledetto aggeggio che mi trova/ anche se non voglio”.
A sorpresa, infine, si riappropria del testo di una canzone che aveva scritto per un album da solista di Dodi Battaglia (sua la musica).
“Più in alto che c’è”, un curioso esperimento di intreccio tra presente passato, e non a caso. Da come la interpreta oggi, si sente immediatamente che è “sua”.